Il mio parere
In  ambito immobiliare molte sono le leggi e  le normative da seguire e da  conoscere per effettuare un buon acquisto o  una buona vendita. Sono  talmente tante le considerazioni, le  disposizioni legislative, gli usi e  le consuetudini che per avere una  visione globale e comprensibile  bisognerebbe avere a disposizione uno  staff di professionisti:  avvocati, ingegneri, architetti, notai, agenti  immobiliari,  commercialisti… Spesso e volentieri però si finisce per  ascoltare  l’amico di turno che il più delle volte ha una minima  esperienza in  materia o quantomeno parziale. Il tutto viene generalmente  sommato a  nostre considerazione costruite sulle dicerie più comuni ed  ormai  metabolizzate in ognuno di noi. Anch’io che opero nel settore da  ormai  21 anni mi sono trovato a cercar casa ed a provare certe  sensazioni da  cliente comune: la paura di non conoscere chi mi stava  davanti, la  sensazione di avere un interlocutore poco qualificato, ecc.
Per  questo motivo ho pensato di mettere su  carta una piccola guida che  possa esser utile per chi desidera avere un  approccio più tranquillo e  ponderato con questo mondo così complesso ma  senza dover conoscere per  filo e per segno tutte le normative vigenti in  materia.
Insomma  attraverso alcuni accorgimenti  tecnico legali e soprattutto, il buon  senso e la ragione si può arrivare  a cercare, scegliere, trattare ed  infine acquistare la casa desiderata  senza doversi prendere una laurea.
Vedremo  come, attraverso una breve analisi  delle esigenze personali si può  determinare un percorso di ricerca  dell’immobile ideale così come  determinare in fase di trattativa quei  comportamenti decisivi per  definire accordi sicuri con le parti: siano  esse i venditori, l’agenzia  immobiliare, il mediatore.
Vedremo anche quali sono gli usi più comuni  di questo mercato, letteralmente esploso senza controllo negli ultimi  15 anni.
Ma  andiamo con un po’ di ordine e vediamo  da prima le principali figure  che si muovono in questo ambito per  stabilire anche chi ha davvero  titolo per trattare e definire possibili  accordi di vendita. 
Parafrasando  un libro di grande successo  (che ha aiutato anche me a smettere di  fumare), direi che comprare casa è  facile se sai come ti devi  comportare.
Delle agenzie immobiliari
Nell’ambito  della compravendita immobiliare  negli ultimi 15 anni è esploso un  fenomeno assai rilevante: le agenzie  immobiliari. Con tutti i loro pro  ed i loro contro hanno dato vita ad un  grande movimento di persone,  operazioni, vendite, fatturati,  polemiche, dicerie e leggende  metropolitane. Si potrebbe discutere  all’infinito sugli effetti  generati da questo fenomeno che indubbiamente  ha portato con sé una  serie di nuove opportunità per venditori ed  acquirenti.
Non  mi interessa stare a disquisire se le  agenzie abbiano condizionato in  meglio o in peggio il mercato, se siano  più o meno brave o cattive,  serie o disoneste. Ovviamente ho una mia  opinione in merito ed ognuno  di voi si sarà fatta la sua. Resta il fatto  che oggi le agenzie esistono e sono spesso protagoniste del  mercato e  pertanto bisognerà conoscere i loro meccanismi, le loro  abitudini, i  loro usi, i loro diritti e doveri per potersi confrontare  in maniera  serena. In questi anni ho sentito tante storie più o meno  vere, più o  meno tristi più o meno serie riguardo ai rapporti con le  agenzie.  Cominciamo col dire che un’agenzia immobiliare come nella sua  più  tradizionale visione si occupa di fare intermediazione immobiliare  (vedi  legge 39/89) e quindi non compra e poi vende ma mette in contatto  il  venditore con il compratore. Ne consegue che:
a) l’agenzia   non decide il prezzo di vendita o il prezzo della possibile  trattativa.  Solo il legittimo proprietario ha il diritto di decidere  quale prezzo  richiedere e fin dove accettare una trattativa sul prezzo. 
b) L’agenzia   non può incassare soldi a titolo di caparra ma può accettare assegni   intestati direttamente al proprietario e non trasferibile con l’incarico   di consegnarlo al destinatario solo in caso di accettazione della   eventuale proposta. E comunque solo dopo che il proponente ne è stato   avvisato.
c) Il   titolare dell’agenzia deve essere iscritto al ruolo di affari in   mediazione della camera di commercio e quindi abilitato a svolgere la   professione con apposito patentino di abilitazione. Senza abilitazione   non può operare e non può ricevere mediazioni. Insomma chiedete di   vedere il patentino di chi sta facendo la trattativa…
Del PROFESSIONISTA 
Facile  parlare male del mediatore immobiliare, quasi come sparare sulla croce  rossa. Troppe forse le nefandezze combinate da operatori spregiudicati  in questi anni. Un po’ per la facilità di comodi guadagni, un po’ per il  grande mercato in cui tutti trovano spazio per operare, un po’ per una  legge o per meglio dire per la mancanza di una legge seria e severa si è  lasciato spazio e possibilità di operare a soggetti poco  raccomandabili. Questo discorso però è applicabile anche a molte altre  categorie professionali e pertanto oserei dire che come in ogni ambito  sarebbe bene prestare le dovute attenzioni prima di affidarsi ad un  professionista. Non è difficile guardare in faccia ad una persona per  farsi una piccola idea, verificare se è effettivamente iscritto al  proprio ordine professionale, se è conosciuto e come nella propria zona  di competenza. Insomma non è difficile conoscere quello che la gente  pensa di un determinato professionista che generalmente opera in zone  ristrette. Io non so dire chi sia più bravo o meno bravo, non so stabilire  quale sia il metodo di misura di un buon professionista. Se sia meglio  uno esperto e preparato o uno un po’ squinternato nell’atteggiamento da  simpaticone. Non so dire se è meglio privilegiare chi si presenta  vestito bene e molto formale o quello che invece ha l’approccio  dell’amicone. In generale credo che il buon professionista sia quello  che è interessato te come persona prima che alla tua richiesta.
Trovo  che sia professionista e professionale colui che prima di procacciarti  qualsiasi soluzione abbia il buon senso e l’intelligenza di porsi il  problema di conoscere il proprio interlocutore e le sue esigenze.
Ecco quando troverete un professionista così sarà più facile  interagire, sarà più semplice avere fiducia. In mancanza di fiducia io  lascerei perdere e mi affiderei a qualcuno d’altro. 
Delle Reti in Franchising 
Insieme  alle agenzie immobiliari è esploso il fenomeno delle reti in  franchising. Anche qui non mi dilungherò troppo sullo stabilire chi sia  meglio o peggio. Chi tutela di più il cliente e chi meno, chi abbia il  miglior knowhow, la migliore scuola di formazione, la migliore rete, il  miglior sistema imprenditoriale. Io ci sono nato nella migliore rete  oggi presente sul territorio italiano e non solo. Io ho imparato tanto e  sarò sempre grato al “dottore” per avermi dato un metodo prima ed un  lavoro dopo. Mi interessa far sapere come funzionano le reti in  franchising. Mi interessa far sapere cos’è un FRANCHISOR perché non si  confonda la bontà di un’operazione immobiliare con la grandezza della  società Franchisor. Insomma il tuo acquisto non sarà migliore o peggiore  se fatto attraverso un mediatore che si avvale di un grande marchio, o  per meglio dire del knowhow del Frachisor. Il marchio di proprietà  della società Franchisor viene concesso all’operatore immobiliare “Caio”  a fronte di un contratto, e sarà poi Caio ad avere i rapporti con voi  non certo il marchio… che “forse” garantisce della bontà del suo  operatore ma non certo di ciò che vi offre l’operatore stesso. Dico  forse perché un osservatore attento avrà notato su tutte le  pubblicazioni pubblicitarie, prestampati ecc. il Franchisee deve  scrivere (o meglio il frnchisor gli impone) “ogni agenzia …. è  autonoma”, come a dire: “io gli ho dato il marchio, gli ho spiegato cosa  deve fare ma se fa qualche cavolata sono fatti vostri.” Sarà quindi  l’agente immobiliare a determinare la bontà del tuo acquisto… non certo  la sua insegna…. La quale potrà aver attratto la tua attenzione ma  niente di più. Ma a chi giova la rete in franchising? Non c’è dubbio che  i benefici maggiori li ha l’agente immobiliare che sfruttando la  notorietà del marchio riesce ad attirare maggiori clienti. Sfruttando le  sinergie di scala si possono abbattere i costi pubblicitari ecc. e il  cliente? Il cliente che compri da “Caio” o da “Sempronio” non fa alcuna  differenza. Il Franchisor infatti, non va certo a ricercare gli immobili  sul mercato da affidare al proprio franchisee, non si mette certo a  fare le verifiche catastali, ipotecarie e così per ogni singolo immobile  dei propri affiliati… sarebbe una cosa assurda. Quindi? Quindi il fatto  che io abbia o meno il marchio questo non può certo garantirmi migliori  immobili o migliori servizi. In soldoni una rete di Franchising è  composta da tanti operatori “singoli e indipendenti” che decidono di  operare con un singolo marchio. Tutto ciò serve ad abbattere i costi di  avviamento dell’attività e soprattutto di avere vantaggi di immagine  derivanti dalla diffusione del marchio. L’agente immobiliare si  distingue non per il marchio o per l’abito che porta ma per la  preparazione professionale e morale che riesce a trasmettere al proprio  cliente. Pensate che alcune reti impongono ai loro affiliati delle  regole territoriali e delle esclusive di zona. Ad esempio l’affiliato  Caio può fare un lavoro di intermediazione in zone diverse da quelle  previste da contratto. Altri Franchisors, invece, lasciano libertà di  operare ai propri affiliati in zone libere e senza esclusiva. Difficile  dire se è meglio la zona di esclusiva o la zona libera… Il punto però  non è questo ma il cliente, che benefici trae da tutto ciò? Il cliente  ha dei vantaggi rivolgendosi ad un ufficio che si avvale di un marchio  in franchising? In teoria i vantaggi potrebbero essere molteplici: basti  pensare alla capillarità di alcune reti che potrebbero offrire al  cliente una maggiore possibilità di scelta su di un territorio piuttosto  ampio. Se cerco un appartamento sul territorio nazionale, regionale o  provinciale non c’è dubbio che la rete mi può offrire maggiori  opportunità di soluzioni. Se invece la mia ricerca è più mirata al  Comune, beh la differenza scompare. Le reti giocano anche sul fatto di  “vendere” un’immagine di gruppo molto forte: l’idea comune è che  entrando in un ufficio con Marchio si entri direttamente in contatto con  tutta la catena… Forse si forse no. Non tutti sanno, anzi direi nessuno  che non sia un addetto ai lavori che il la richiesta di ricerca venga  veicolata in automatico al gruppo. Ciò può dipendere solo ed  esclusivamente dall’operatore, dall’affiliato… che ricordo è un  imprenditore comunque indipendente. Uno dei motivi che mi hanno fatto  decidere di abbandonare una rete è stato proprio questo: il fatto che  alcuni colleghi non rendessero alla rete tutte le richieste dei clienti  ingannando di fatto tutti coloro che volevano entrare in contatto con il  gruppo ed in secondo luogo il gruppo stesso che non si è opposto a ciò,  anzi ha stabilito regole e criteri che a mio giudizio erano ingannevoli  nei confronti dei clienti.
Infine:  il marchio non ti ascolta, non ti parla, non verifica se l’immobile che  stai cercando è libero da ipoteche, pegni e vincoli. Non risponde al  telefono, non porta i documenti al notaio… L’agente immobiliare invece  sì, è la persona che fa la differenza e non il suo distintivo. Quindi non farti abbagliare dal Brand, valuta la persona che hai davanti per quello che dice e per quello che fa per te.
Della Trattativa
Alcune  delle domande che ricevo più di frequente sono: si può fare una  trattativa? E a che prezzo? il prezzo è trattatile? E se il proprietario  non accetta? Cosa devo fare? Allora,  stabiliamo subito alcuni principi fondamentali: una trattativa si può  sempre fare, che che ne dica il mediatore, perché come abbiamo già visto  non è lui che decide il prezzo e le condizioni di vendita di un bene,  ma il proprietario stesso. La trattativa, purchè, fatta con i  presupposti giusti e corretti che vedremo in seguito è sempre possibile  avviarla. La bontà dell’affare sarà poi determinato anche dalla volontà  del venditore e dalle capacità di mediazione che saprà mettere in campo  il vostro agente immobiliare. Se è vero che in ultima analisi è il  venditore che decide le condizioni di chiusura di una trattativa, è  altrettanto vero che un buon lavoro fatto dal mediatore spesso può  risultare determinante. Il mediatore infatti oltre a conoscere bene il  mercato di riferimento, le relative problematiche di vendita della zona,  le esigenze del venditore, conosce generalmente le leve motivazionali  che inducono il venditore porre in vendita l’immobile. Il mediatore  conosce meglio di voi il venditore, spesso ha maggiore confidenza e sa  porre la vostra proposta in relazione al mercato di riferimento. Un  professionista che opera da diversi anni sulla piazza viene spesso  considerato come attendibile e la sua parola spesse volte viene presa  nella giusta considerazione determino così l’accordo. Anche le modalità  con cui viene aperta una trattativa può determinarne il successo o  l’insuccesso. Una proposta verbale ad esempio è il modo migliore per  rendere poco interessante e credibile una proposta. Non solo, non  consente all’interlocutore di avere una visione concreta dei termini  proposti, delle tempistiche di chiusura, di constatare fisicamente il  concreto interesse per il suo immobile. Non bisogna mai dimenticare che  chi vende qualcosa, che sia un immobile, una penna, un fiore… ha sempre  la percezione se non la convinzione assoluta che il suo bene sia quanto  mai prezioso ed importante. Chi vende a volte ha anche la percezione di  doversi privare controvoglia o con nostalgia di qualcosa che gli è  appartenuto. Non bisogna dimenticare che la vendita spesso è determinata  ed influenzata da fattori emotivi. In ambito immobiliare basta pensare  al valore ed alle emozioni che può generare la parola casa…. Famiglia….  Risparmi… lavoro… mutuo… ecc. Insomma si sta trattando qualcosa di  importante, alla trattativa si deve dare la giusta importanza sotto  l’aspetto della forma, della sostanza e dei contenuti. In sintesi  l’interlocutore deve percepire la decisione e l’importanza dell’offerta  che si manifesta sotto forma scritta con assegno a lui intestato… Come  fare allora per preparare una trattativa che ci consenta di giocarsi al  meglio le proprie carte ed in totale sicurezza? Innanzitutto bisogna  sempre tenere ben presente che qualsiasi somma di denaro (assegno o  bonifico bancario) deve essere sempre intestato al proprietario. Sempre.  Solo il legittimo proprietario può ricevere da voi somme di denaro,  mai, mai l’intermediario. Per verificare il legittimo proprietario è  piuttosto semplice: basta farsi consegnare dal venditore o dal mediatore  una copia dell’atto di compravendita. Nell’atto notarile di acquisto  (unito alla nota di trascrizione) è possibile verificare la proprietà  dell’immobile e se questa è avvenuta per atto notarile di acquisto o  donazione. La provenienza potrebbe avvenire anche per successione ma in  questo caso l’atto di acquisto potrebbe indicare un proprietario diverso  da quelli poi beneficiari dell’eredità. Menzione particolare  meriterebbe la donazione di cui parleremo più avanti. Verificata  la provenienza, le visure catastali e storico ventennali si possono  fare con l’aiuto di un notaio per un costo di ca. 300 euro. Poca cosa  insomma di fronte alla spesa di qualche migliaio di euro. Si può  procedere a stendere una eventuale proposta d’acquisto con tanto di  assegno intestato al proprietario e non trasferibile indicando anche  tutte le modalità ed i tempi di pagamento. In una proposta d’acquisto si  possono inserire tutte le condizioni che si desidera, non c’è alcun  limite. Tanto più la proposta è precisa, circostanziata e dettagliata e  minori saranno poi i motivi di fraintendimento qualora questa fosse  accettata. Ricordate che la proposta di acquisto o la trattativa di  acquisto è inizialmente unilaterale e non implica alcun impegno da parte  del venditore che resta libero di accettare oppure no la vostra  proposta. In una proposta e necessario inserire alcuni aspetti  essenziali come: 
a) Prezzo complessivo offerto; 
b) Modalità di pagamento euro x alla proposta, euro x al preliminare, euro x al Rogito notarile; 
c) Meglio specificare anche l’importo di mutuo che si intende richiedere alla Banca; 
d) Tempi di consegna dell’immobile; 
e) Conformità urbanistica dell’immobile; 
f) Libertà dell’immobile da pesi e vincoli; 
g) Atto notarile entro e non oltre il …..;.
Attenzione  se non siete sicuri della provenienza dell’immobile o volete verificare  meglio la situazione ipotecaria e catastale del bene oggetto della  trattativa ma non volete rimandare la trattativa per paura di perdere  l’acquisto. Se non siete sicuri che la banca vi accetti l’intero importo  di mutuo di cui avete bisogno è meglio specificarlo nella proposta di  acquisto. Poiché quando si sottoscrive una proposta che poi viene  accettata non è più possibile tornare indietro, fatti salvi gli accordi  previsti per legge (vedi art. 1385 c.c. – caparra confirmatoria), cioè  la perdita della caparra o la restituzione del doppio, è possibile  inserire una condizione sospensiva o risolutiva all’interno della  proposta. Ad  esempio se non sono sicuro di poter ottenere dalla banca la somma  necessaria (e di questi tempi gli istituti bancari fanno di tutto per  non concedere mutui….) basta inserire la condizione sospensiva in  contratto del tipo: “ la presente offerta/proposta resta valida a  condizione che il sottoscritto……………. ottenga il finanziamento di euro  ……………………….. dalla banca……………………………..  entro gg. ….. da oggi. In mancanza  di mia comunicazione scritta al venditore entro gg..; da oggi il  contratto si intenderà risolto”. In questo modo l’efficacia del  contratto è sospesa fino al verificarsi di una data situazione, in  questo caso fino alla delibera da parte della banca.
to be continued (non appena avrò un po' di tempo).